Le interviste di Treballu: la Storia di Sende

Ciao ragazzi! Presentatevi, chi siete e di cosa vi occupate?

Ciao, siamo Maria Rodriguez e Edo Sadikovic e gestiamo la comunità di Sende, una comunità rurale di coworking e coliving per le persone che lavorano online, situata in un villaggio di 20 abitanti nelle montagne spagnole, al confine con il Portogallo.

Il nostro spazio è un mix di giardini e “uffici al coperto” per i creativi e le persone che vogliono fuggire dalle città per essere concentrati e creativi restando nella natura.

María ha lavorato come educatrice sociale ed Edo come formatore sull’imprenditoria sociale e la risoluzione dei conflitti.

La nostra idea è che la creatività scatena una sorta di “effetto biblioteca”: quando si entra in una biblioteca dove tutti studiano, ci si sente a proprio agio e più ispirati a studiare.

Lo stesso accade a Sende: se vedo dieci persone in giardino che stanno lavorano o che stanno facendo qualcosa di interessante, anche io voglio unirmi a loro per lavorare al mio progetto o semplicemente per aiutarli.

Sende è tutto questo: un posto dove si può lavorare ai propri progetti, cucinando insieme, suonando e ascoltando musica e godendoci le serate attorno al fuoco. 

Dal 2014 avete aperto uno dei primi spazi rurali di coworking e coliving in Spagna e in Europa costruendo, giorno dopo giorno, uno dei luoghi di lavoro più interessanti del pianeta. Come è nata questa idea? Come l’avete sviluppata?

Abbiamo iniziato con la ristrutturazione delle prime due case nel 2013 e aperto lo spazio nel 2014. Il concetto di coworking e coliving era nuovo e inesplorato nel mondo, soprattutto nelle zone rurali. 
In Serbia Edo organizzava eventi internazionali sui diritti umani e sull’imprenditorialità in un villaggio chiamato Sopotnica. Da quelle esperienze ha imparato che lo stesso evento, organizzato in una qualsiasi grande città, non ha prodotto gli stessi risultati di apprendimento e di amicizia di qualcosa organizzato in mezzo al nulla e alla natura. 

Abbiamo imparato che le persone inserite in un contesto lontano dal rumore e dalla vita di città, riescono a legarsi con più semplicità, a diventare amici per la vita e apprendere maggiormente.

Insieme (io e Maria) abbiamo viaggiato molto, visitando circa 40 paesi insieme. Abbiamo sempre desiderato una base, un posto dove fermarci e poterlo chiamare “casa” e, allo stesso modo volevamo avere la possibilità di rimanere in contatto con tutte queste persone che abbiamo incontrato lungo la strada. 

Così è nato Sende, una casa per tutti i nostri amici, che non vengono solo per godersi la vita e fare vacanze, ma per fare qualcosa di creativo (per sé o per gli altri). 

Da quel momento abbiamo iniziato a progettare la nostra idea di costruire una casa internazionale per i creativi, utilizzando la novità del concetto di coworking e coliving nel mondo, e realizzandola nella nostra in Galizia. 

Dopo diversi anni avete costruito una realtà ormai consolidata in Galizia. Avete poi deciso di “espandere” la vostra attività e nel vostro nuovo spazio, Sende Portugal, sperimenterete anche l’idea di dare la possibilità di soggiornare gratuitamente nel vostro spazio (ovviamente condividendo le spese vive). Come è nata questa esperienza e come la sviluppereste?

Sì, vorremmo promuovere l’idea di offrire il nostro spazio gratuitamente. Per prima cosa, lo proveremo e lo faremo a Sende Portugal (il nostro spazio che è in costruzione in questo momento).

Attualmente il settore dei “coliving” è diventata un mercato vero e proprio sfruttato nella maniera più sbagliata. I grossi compratori (coloro con i soldi) comprano edifici nei centri storici delle città, creano spazi di coliving (perché è diventato di moda), alzano i prezzi dell’immobile e infine lo rivendono. In questi posti, allo stesso tempo possono far pagare anche tre volte di più per un soggiorno in “coliving” rispetto al normale ostello. 

Noi siamo contrari a questa idea e vogliamo dimostrare che esistono 40 modi in più per monetizzare il vostro spazio e renderlo sostenibile, senza far pagare troppo alla gente e senza danneggiare la vostra comunità e il vostro quartiere e, piuttosto, aiutandoli. 

Chiedeteci la stessa domanda fra un anno, e vi diremo come funziona 🙂

Sende è un luogo fantastico e ogni persona che viene da voi vive sempre un’esperienza straordinaria dal punto di vista umano e professionale: cosa rende il vostro spazio speciale?

Il 90% dei nostri visitatori sono persone provenienti dalla città, che non sono abituate a sedersi sotto un albero (alcune di loro forse mai nella loro vita), oppure non hanno mai acceso il fuoco dentro una stufa a legna.

Crediamo che il solo fatto di rendere così facile per queste persone continuare a lavorare ai loro progetti, restando seduti sotto un albero, traendo ispirazione dal cinguettio degli uccelli, dalle farfalle e dai fiori, rende Sende un luogo diverso. 

Un’altra particolarità di Sende consiste nel poter vivere e cucinare insieme, stare con altre 20 persone sedute attorno al grande tavolo, ognuno da un paese diverso: è proprio come un viaggio incredibile mentre si sta seduti e si chiacchiera. 

Probabilmente sono le stesse persone che ci scoprono e vengono a visitare Sende che rendono il nostro spazio speciale. Non è facile decidere di venire da noi: è lontano, in una zona non collegata facilmente. 

Le persone che decidono di non andare a Barcellona, Porto o Madrid, vengono a trovarci, sono coloro che amano le nuove sfide. Quando si riuniscono tanti viaggiatori curiosi nello stesso posto, la magia nasce da sola. 

Avete collaborato e attualmente collaborate con diversi spazi di coworking (come a Vigo e altre città della zona). La collaborazione e la community sono gli ingredienti più importanti in questo settore. Qual è la vostra idea di coworking?

Collaboriamo con molti spazi come Impact Hubs di Vigo e del mondo, ma anche con partner locali come Arroelo di Pontevedra, Dinamo10 di Viana do Castelo in Portogallo e WOW di Porto. 

Gli spazi di coworking possono essere una straordinaria fonte di innovazione e di costruzione di comunità, se fatti bene. Il problema è che c’è una barriera molto bassa per entrare in questo business. Questo significa che chiunque abbia spazio, sedie e scrivanie e wifi può aprire uno spazio di coworking. 

Ma i buoni spazi sono quelli che non sono solo collegati direttamente con “gli spazi fisici”. 
I veri spazi di coworking sono quelli che producono, condividono e rilanciano lo spirito di comunità tra i loro membri, quelli che sanno creare ambienti che permettono ai loro membri di diventare creativi, di lavorare insieme, di aiutare gli altri. 

Sai che hai fatto un buon lavoro con uno spazio di coworking è quando lo chiudi, e la tua comunità rimane viva attiva. Quando lo riaprirai in un altro luogo, tutti saranno lì. 

Penso che Treballu sarà lo spazio rurale migliore per stare in Sardegna perché abbiamo visto come lavorate con le persone negli altri progetti che abbiamo realizzato insieme. 

Come state passando questo periodo? State lavorando a progetti futuri?

Attualmente siamo in Portogallo e stiamo lavorando per preparare Sende 2. Piantiamo i cactus e scriviamo. 

Qualche giorno fa abbiamo iniziato un nuovo progetto. Si tratta di un blog su edo.rs sul marketing e sulla costruzione di prodotti, ma raccontato dalla “prospettiva della giraffa” e cioè con una visione più ampia e da diversi punti di vista. 

Molti dei nostri ospiti gestiscono piccole attività e altri vorrebbero avviarne una. A Sende abbiamo aperto una scuola chiamata “Growrs”, che aiuta le persone ad avviare il proprio business da zero. 

Fondamentalmente, le persone vengono a Sende senza una piccola impresa. Lavorano duramente, studiano e progettano e tornano a casa come direttori della loro nuova attività. 

Ora Edo ha iniziato a condividere online, nel suo blog, come fare marketing per questo tipo di business. 

Come pensate e come vedete la società umana dopo l’emergenza? Cosa può aiutarla a rinascere? 

Pensiamo che il coronavirus sia stato un bello schiaffo a tutto il pianeta. Ci sta insegnando molte lezioni, soprattutto su come essere moderati in tutto e che, nella vita, non abbiamo bisogno di tante cose. 

Allo stesso modo sono preoccupato e curioso di sapere come il mondo continuerà, perché il virus è qui e sarà qui ancora per un po’ di tempo. Per fortuna, il mondo risponde anche molto velocemente, quando la tecnologia e il cervello sono usati per scopi benefici. 

Il mondo sarà sicuramente un posto diverso dopo tutto questo. Dobbiamo solo guardare, capire e adattarci. Buona parte del pianeta vive in condizioni terribili e molte persone stanno chiudendo le loro piccole imprese perché non vedono una soluzione e non vedono un futuro. Il nostro compito, se potremo, sarà quello di aiutarli.